Il “maestro”.
Un bel sasso lanciato da Raffaele Nigro.
Un rumore pesante come una roccia, uno sguardo che dopo una vita in risalita culturale svetta dalla montagna.
Proprio come il “coraggio” di chi non si siede nelle certezze (anche apparenti) della pianura ma combatte tra cime tempestose e alture che sembrano fermare il tempo.
In questo articolo di Raffaele Nigro, uscito su La Gazzetta del Mezzogiorno di ieri, c’è anche una chiave di lettura che più volte ho provato a rendere “Politica” ed attuale: è debole la spinta intellettuale e la mobilitazione civica che dovrebbe accompagnare le grandi sfide di questo tempo sostenute, peraltro, da straordinarie risorse per investimenti.
Ogni euro da impiegare dovrebbe contenere pensiero, visione, un processo partecipato e capacità realizzativa; altrimenti è spesa, non investimento.
E la cultura è una leva straordinaria.
Grazie “maestro” per aver citato il progetto che con mio fratello Gianni Lacorazza stiamo portando avanti con Fondazione Appennino.