Questa mattina i consiglieri regionali del Partito Democratico (Piero Lacorazza, Roberto Cifarelli, e Piero Marrese) hanno depositato una proposta di legge per definire un nuovo Patto per la Università degli Studi della Basilicata.
>>>leggi qui il testo Proposta di Legge UNIBAS_27082024 <<<
Al 31 dicembre 2024 scade l’accordo dodicennale che, con con il corso di studi in Medicina e Chirurgia, di recente istituzione, porta la Regione Basilicata ad investire per la Università 14 milioni di euro all’anno.
La proposta di legge contempla diverse soluzioni, modulabili anche rispetto alle esigenze temporali, programmatiche ed economiche, al fine di aprire una vera discussione sul futuro dell’Ateneo lucano.
Se le ragioni di forma, quindi, sono flessibili quelle di sostanza sono caratterizzanti per la scrittura di un nuovo Patto che, dentro le difficoltà generate dai criteri di attribuzione del FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario), devono mettere al centro una possibile prospettiva di una Università che ha radici in una città capoluogo di Regione di Appennino, Potenza, e sede nella Capitale Europea della Cultura 2019, Matera. Una condizione e, al tempo stesso una sfida, per provare a superare l’internità, uno stigma che secondo una visione liberista, stigmatizza questi territori definendoli a “fallimento di mercato”, valutandone le potenzialità solo con indici quantitativi e non anche di sostenibilità, di equità e di benessere.
RAI TGR Basilicata su presentazione proposta di legge sull’Unibas
Radici e sede dovrebbero richiamare già una traiettoria di una “quarta missione” che sappia superare, appunto, l’Internità e proiettarsi in una dimensione euromediterranea.
Un nuovo Patto che nel rispetto dell’autonomia dell’Ateneo chiami a responsabilità tutti gli attori istituzionali che, nella proposta di una Conferenza Strategica di Piano e Comitato tecnico-paritetico, possano mettere a sistema una qualità di servizi e di contesto all’altezza di una rifondazione di una missione; per questo oltre a Regione ed Università prevediamo anche la presenza dei rappresentati delle città di Potenza e di Matera e degli eventuali forum dei giovani, delle due Province e degli studenti universitari e medi.
La Università, come nuovo centro motore della conoscenza e per il lavoro, dovrebbe rafforzare reti e collaborazioni, accordi e investimenti pensando di “agevolare” ancor più gli studenti. Da qui nasce l’idea di valutare l’allargamento della no tax area e ridurre, nel rispetto del principio costituzionale della progressività, le tasse; così come sembra utile ragionare, per far “restare” più giovani sul territorio, sui titoli doppi e congiunti che possano scaturire da accordi con altre Università ed arginare, in parte, la “lontananza” di ragazze e ragazzi, per l’intero corso di studi, dalla Basilicata. C’è un tema che attiene sempre di più anche ai costi che sostengono le famiglie per far studiare i propri figli fuori regione. Si allarghi la base delle opportunità sulla base delle quali compiere una scelta.
Non ci sfugge a consapevolezza che queste indicazioni incontrano (o si scontrano) gli iniqui criteri di distribuzione del FFO. Per questo nella proposta di legge si offre una indicazione chiara e non un obbligo, su cui tuttavia innanzitutto la Regione deve misurare la sua sfida sia in ambito nazionale che locale. Perché dentro queste sfide c’è anche una strada da percorrere per contrastare la marginalità delle aree interne, le diseguaglianze e uscire anche da una certa retorica dello spopolamento dei paesi.
Insomma non si tratta di ragionare per una necessaria “certificazione” di esistenza in vita ma chiamare Università e Regione a scrivere un nuovo Patto che contenga le sfide di questo tempo, la scommessa più grande per una Cattedrale civile che contribuisca da una parte alla “restanza” e dell’altra a superare l’internità accettando di investire in una dimensione del sapere con la testa nel mondo e i piedi nel territorio.
Ci auguriamo che dal mondo accademico, politico ed istituzionale, studentesco, sindacale ed imprenditoriale sia alimentato il dibattito e che questa proposta di legge serva da stimolo per la riscrittura di un nuovo Patto poiché al destino della Università è intimamente, e anche sostanzialmente, legato il destino della Basilicata.
Con questo spirito oltre al Magnifico Rettore e al rappresentante degli studenti, invieremo la proposta al mondo sindacale e delle imprese, ai Sindaci delle Città e ai Presidenti delle Province affinché parta un vero confronto.
Per ragioni tecniche e al fine del deposito della proposta di legge, abbiamo messo una posta finanziaria simbolica ma è del tutto naturale che la discussione dovrà portare alla istituzione di un Fondo Unico che consenta, a partire dalla risorse già stanziate in questi anni (circa 14 milioni di euro), di sostenere una rinnovata missione e più ambiziose finalità.